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La vita comunitaria.

La vita comunitaria.

16 novembre 2021

Area: vita comunitaria e fraterna XVI CGO
 
Fra Andrea Bizzozzero ofm
nazionalità italiana, nato il 11.05.1973
Dottore magistrale in Scienze filosofiche nell’
Università degli Studi – Milano
Diploma di post-dottorato -
Facoltà di Filosofia del Centre Sèvres di Parigi
Dottorato in Teologia - Facoltà di Teologia di Lugano
Licenza in Teologia - Facoltà di Teologia di Lugano 
Baccalaureato in Teologia – Studio Teologico S. Bernardino 
Scuola per Formatori sponsorizzata dal dipartimento di Psicologia della Pontificia Università Gregoriana 
Professore aggiunto - Facoltà di Filosofia – Pontificia Università Antonianum
Professore invitato Facoltà di Teologia – Pontificia Università Antonianum –Corso: Escatologia; Cristianesimo e Filosofia;
Professore invitato – Istituto di Scienze Religiose – Pontificia Università Antonianum – Corso: Antropologia
Email: andrewbizzozero@gmail.com
 

La vita comunitaria nello stile della fraternità: segno profetico della novità evangelica

 
Testi per la presentazione del tema    
Atti 2, 42-48
 
  La prima comunità
42 Erano assidui nell`ascoltare l`insegnamento degli apostoli e nell`unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. 43 Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. 44 Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; 45 chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. 46 Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, 47 lodando Dio e godendo la stima di tutto il popolo. 48 Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
 
Atti 4, 32-37
 
  La prima comunità
32 La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un`anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. 33 Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande stima. 34 Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l`importo di ciò che era stato venduto 35 e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno. 36 Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba, che significa "figlio dell`esortazione", un levita originario di Cipro, 37 che era padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò l`importo deponendolo ai piedi degli apostoli.
 
Atti 5, 1-11
 
  Anania e Saffira
1 Un uomo di nome Anania con la moglie Saffira vendette un suo podere 2 e, tenuta per sé una parte dell`importo d`accordo con la moglie, consegnò l`altra parte deponendola ai piedi degli apostoli. 3 Ma Pietro gli disse: "Anania, perché mai satana si è così impossessato del tuo cuore che tu hai mentito allo Spirito Santo e ti sei trattenuto parte del prezzo del terreno? 4 Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e, anche venduto, il ricavato non era sempre a tua disposizione? Perché hai pensato in cuor tuo a quest`azione? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio". 5 All`udire queste parole, Anania cadde a terra e spirò. E un timore grande prese tutti quelli che ascoltavano. 6 Si alzarono allora i più giovani e, avvoltolo in un lenzuolo, lo portarono fuori e lo seppellirono. 7 Avvenne poi che, circa tre ore più tardi, entrò anche sua moglie, ignara dell`accaduto. 8 Pietro le chiese: "Dimmi: avete venduto il campo a tal prezzo?". Ed essa: "Sì, a tanto". 9 Allora Pietro le disse: "Perché vi siete accordati per tentare lo Spirito del Signore? Ecco qui alla porta i passi di coloro che hanno seppellito tuo marito e porteranno via anche te". 10 D`improvviso cadde ai piedi di Pietro e spirò. Quando i giovani entrarono, la trovarono morta e, portatala fuori, la seppellirono accanto a suo marito. 11E un grande timore si diffuse in tutta la Chiesa e in quanti venivano a sapere queste cose.
 
Giovanni 13, 1-20
 
  Gesù lava i piedi ai discepoli
1 Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. 2 Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, 3 Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, 4 si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. 5 Poi versò dell`acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l`asciugatoio di cui si era cinto. 6 Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: "Signore, tu lavi i piedi a me?". 7 Rispose Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo". 8 Gli disse Simon Pietro: "Non mi laverai mai i piedi!". Gli rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con me". 9 Gli disse Simon Pietro: "Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!". 10 Soggiunse Gesù: "Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti". 11 Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: "Non tutti siete mondi". 12Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Sapete ciò che vi ho fatto? 13 Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. 14 Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. 15 Vi ho dato infatti l`esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. 16 In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. 17 Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. 18 Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno. 19 Ve lo dico fin d`ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. 20 In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato".
 
 
Per il lavoro personale e per il lavoro nei gruppi    
 
 
 
 
 
 
 
A partire dai riferimenti scritturistici e dai testi degli scritti di S. Francesco, indicare alcuni tratti caratterizzanti lo stile fraterno per il nostro stare insieme come comunità evangelica e per la nostra presenza nel mondo
 
 
Dal Nuovo Testamento  
Gc 2, 14-26 La fede senza le opere è morta
14 Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo? 15 Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano 16 e uno di voi dice loro: "Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi", ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? 17 Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa. 18 Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede. 19 Tu credi che c`è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano! 20 Ma vuoi sapere, o insensato, come la fede senza le opere è senza calore? 21 Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le opere, quando offrì Isacco, suo figlio, sull`altare? 22 Vedi che la fede cooperava con le opere di lui, e che per le opere quella fede divenne perfetta 23 e si compì la Scrittura che dice: E Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato a giustizia, e fu chiamato amico di Dio. 24 Vedete che l`uomo viene giustificato in base alle opere e non soltanto in base alla fede. 25 Così anche Raab, la meretrice, non venne forse giustificata in base alle opere per aver dato ospitalità agli esploratori e averli rimandati per altra via? 26 Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta.
 
Gc 3, 1-12 Dominare la lingua
1 Fratelli miei, non vi fate maestri in molti, sapendo che noi riceveremo un giudizio più severo, 2 poiché tutti quanti manchiamo in molte cose. Se uno non manca nel parlare, è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo. 3Quando mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, possiamo dirigere anche tutto il loro corpo. 4 Ecco, anche le navi, benché siano così grandi e vengano spinte da venti gagliardi, sono guidate da un piccolissimo timone dovunque vuole chi le manovra. 5 Così anche la lingua: è un piccolo membro e può vantarsi di grandi cose. Vedete un piccolo fuoco quale grande foresta può incendiare! 6 Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell`iniquità, vive inserita nelle nostre membra e contamina tutto il corpo e incendia il corso della vita, traendo la sua fiamma dalla Geenna. 7 Infatti ogni sorta di bestie e di uccelli, di rettili e di esseri marini sono domati e sono stati domati dalla razza umana, 8 ma la lingua nessun uomo la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno mortale. 9 Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio. 10 E` dalla stessa bocca che esce benedizione e maledizione. Non dev`essere così, fratelli miei! 11 Forse la sorgente può far sgorgare dallo stesso getto acqua dolce e amara? 12 Può forse, miei fratelli, un fico produrre olive o una vite produrre fichi? Neppure una sorgente salata può produrre acqua dolce
 
1Pt 3, 8-17 Gli imperativi della vita comunitaria
8 E finalmente siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi, umili; 9 non rendete male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al contrario, rispondete benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati per avere in eredità la benedizione. 10 Infatti: Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici, trattenga la sua lingua dal male e le sue labbra da parole d`inganno; 11 eviti il male e faccia il bene, cerchi la pace e la segua, 12 perché gli occhi del Signore sono sopra i giusti e le sue orecchie sono attente alle loro preghiere; ma il volto del Signore è contro coloro che fanno il male. 13 E chi vi potrà fare del male, se sarete ferventi nel bene?14 E se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate, 15 ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, 16 con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. 17 E` meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene piuttosto che fare il male. 18
 
1Ts 4, 9-12 L’amore fraterno
9 Riguardo all`amore fraterno, non avete bisogno che ve ne scriva; voi stessi infatti avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri, 10 e questo voi fate verso tutti i fratelli dell`intera Macedonia. Ma vi esortiamo, fratelli, a farlo ancora di più 11 e a farvi un punto di onore: vivere in pace, attendere alle cose vostre e lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato, 12 al fine di condurre una vita decorosa di fronte agli estranei e di non aver bisogno di nessuno
 
Ef 4, 25-5,2 L’amore fraterno
Perciò, bando alla menzogna: dite ciascuno la verità al proprio prossimo; perché siamo membra gli uni degli altri. 26 Nell`ira, non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira, 27 e non date occasione al diavolo. 28 Chi è avvezzo a rubare non rubi più, anzi si dia da fare lavorando onestamente con le proprie mani, per farne parte a chi si trova in necessità. 29 Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano.30 E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno della redenzione. 31 Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. 32 Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.
1 Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, 2 e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.
 
Rm 12, 3-21 La vita nuova nella carità
3 Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto è conveniente, ma valutatevi in maniera da avere di voi un giusto concetto, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. 4 Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, 5 così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri. 6 Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede; 7 chi ha un ministero attenda al ministero; chi l`insegnamento, all`insegnamento; 8 chi l`esortazione, all`esortazione. Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia. 9 La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; 10 amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. 11 Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. 12 Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, 13 solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell`ospitalità. 14 Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. 15 Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. 16 Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un`idea troppo alta di voi stessi. 17 Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. 18 Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti. 19 Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all`ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore. 20 Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti sopra il suo capo. 21 Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male.
 
 
   
Dagli Scritti di Francesco di Assisi
 
 
Regola non bollata
2, 15
FF 8
E anche se sono tacciati da ipocriti, tuttavia non cessino di fare il bene
 
Regola non bollata
5, 10-15
FF 18-20
10 E si guardino tutti i frati, sia i ministri e servi sia gli altri, dal turbarsi e dall’adirarsi per il peccato o il male di un altro, perché il diavolo per la colpa di uno vuole corrompere molti; 11 ma spiritualmente, come meglio possono, aiutino chi ha peccato, perché non quelli che stanno bene hanno bisogno del medico, ma gli ammalati. 12 Similmente tutti i frati non abbiano in questo alcun potere o dominio, soprattutto fra di loro. 13 Come dice infatti il Signore nel Vangelo: I principi delle nazioni le signoreggiano, e i grandi esercitano il potere su di esse; 14 non così sarà tra i frati, e chi tra loro vorrà essere maggiore sia il loro ministro e servo; 15 e chi tra di essi è maggiore, sia come il minore.
 
Regola non bollata
7, 14-16
FF 26
14 Si guardino i frati, ovunque saranno, negli eremi o in altri luoghi, di non appropriarsi di alcun luogo né lo contendano ad alcuno.
15 E chiunque verrà da essi, amico o nemico, ladro o brigante, sia ricevuto con bontà. 16 E
ovunque sono i frati e in qualunque luogo si troveranno, spiritualmente e con amore si debbano
rispettare e onorare scambievolmente senza mormorazione.
Regola non bollata
9, 13-15
FF 32
13 E con fiducia l’uno manifesti all’altro le proprie necessità, perché l’altro gli trovi le cose necessarie e gliele dia. 14 E ciascuno ami e nutra il suo fratello, come la madre ama e nutre il proprio figlio, in tutte quelle cose in cui Dio gli darà grazia. 15 E colui che non mangia non disprezzi colui che non mangia e colui che non mangia non giudichi colui che mangia.
 
Regola non bollata
10
FF 34-35
Se un frate cadrà ammalato, ovunque sarà, gli altri frati non lo lascino finché non siano collocati un frate o più, se sarà necessario, che lo servano come vorrebbero essere serviti essi stessi;
però in grandissima necessità lo possono affidare a qualche persona che debba soddisfare alla sua
infermità. E prego il frate infermo di rendere grazie di tutto al Creatore; e quale lo vuole il Signore,
tale desideri di essere sia sano o malato, poiché tutti coloro che Dio ha preordinato alla vita eterna, li
educa con i richiami stimolanti delle prove e delle infermità allo spirito di compunzione, così come dice
il Signore: lo riprendo e castigo tutti quelli che amo.
Se invece si turberà e si adirerà contro Dio e contro i frati, ovvero chiederà con insistenza
Medicine desiderando troppo di liberare la carne destinata presto a morire, e che è nemica dell’anima,
dal maligno questo gli viene ed è uomo carnale, e non sembra essere un frate, poiché ama più il corpo che l’anima.
Regola non bollata
11
FF 36-37
 
E tutti i frati si guardino dal calunniare alcuno, e evitino le dispute di parole, anzi cerchino di stare il silenzio, se Dio darà loro questa grazia. E non litighino tra loro, né con gli altri, ma procurino
di rispondere con umiltà, dicendo: Sono servo inutile.
E non si inquietino, perché chiunque va in collera col suo fratello, sarà condannato al giudizio;
e chi avrà detto al suo fratello “raca”, sarà condannato nel Sinedrio. E chi gli avrà detto “pazzo”, sarà
condannato al fuoco della Geenna. E si amino scambievolmente, come dice il Signore: Questo è il
comandamento mio: che vi amiate scambievolmente come io ho amato voi. E mostrino con le opere l’amore che hanno fra di loro, come dice l’apostolo: Non amiamo a parola né con la lingua, ma con le opere e in verità.
E non dicano male di nessuno; non mormorino, non calunnino gli altri, poiché è scritto: i calunniatori e i maldicenti sono in odio a Dio.
E siano modesti, mostrando mansuetudine
verso tutti gli uomini. Non giudichino, non condannino;
e come dice il Signore, non guardino ai piccoli
difetti degli altri, anzi pensino più ai loro nell’amarezza della loro anima.
E si sforzino di entrare per la porta stretta, poiché dice il Signore: Angusta è la porta e
stretta la via che conduce alla vita; e pochi sono quelli che la trovano.
 
Regola bollata
2, 18
FF 81
I quali ammonisco ed esorto di non disprezzare e di non giudicare gli uomini che vedono vestiti di abiti molli e colorati ed usano cibi e bevande delicate, ma piuttosto ciascuno giudichi e disprezzi se stesso.
Regola bollata
3, 10-14
FF 85-86
Consiglio poi, ammonisco ed esorto i miei frati nel Signore Gesù Cristo che, quando vanno per il mondo, non litighino ed evitino le dispute di parole, né giudichino gli altri; ma siano miti, pacifici e modesti, mansueti e umili, parlando onestamente con tutti, così come conviene. E non debbano cavalcare se non siano costretti da evidente necessità o infermità. In qualunque casa entreranno prima dicano: Pace a questa casa. E secondo il santo Vangelo potranno mangiare di tutti i cibi che saranno loro presentati.
 
Regola bollata
6, 7-9
FF 91-92
E ovunque sono e si troveranno i frati, si mostrino familiari tra loro. E ciascuno manifesti con fiducia all’altro le sue necessità, poiché se la madre nutre e ama il suo figlio carnale, con quanto più affetto uno deve amare e nutrire il suo fratello spirituale? E se uno di essi cadrà malato, gli altri frati lo devono servire come vorrebbero essere serviti.
 
 
 


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