XVI CAPITOLO GENERALE ORDINARIO
Relazione dell’area laici
Tema
Missione condivisa. I laici: nuova forza e speranza delle CFM.
Insieme nella trasmissione del carisma e nella continuità della missione.
Sr. Salvadora Mercado Rotela
Introduzione Generale
Carissime sorelle, capitolari
Sia lodato Gesù Cristo!
«Noi, se anche indegne, siamo scelte da lui tra mille per essere sue spose e per il suo santo servizio; perciò, come Figlie della Misericordia dobbiamo provvedere a divulgare la gloria e l’amore al suo Santissimo Nome, perché, come Spose dobbiamo comprendere meglio lo spirito, l’amore e i desideri del Nostro Diletto Sposo e lavorare con maggior zelo per la diffusione del Suo Regno e la salvezza di tutti. L’amore le ispirerà, come operare più per la Sua gloria e salute delle anime»[1].
Credo opportuno fare la citazione di questa raccomandazione della nostra beata Madre Fondatrice, perché mi hanno colpito le ultime parole l’amore le ispirerà, come operare più per la Sua gloria e salute delle anime, facendo accenno alla grande massa di persone, soprattutto laici, che il Signore ci ha affidato con la missione di salvare le loro anime.
Dal momento che il governo generale mi ha incaricato di accompagnare l’area dei laici, ho cercato di portare avanti con la migliore disponibilità, responsabilità e creatività il camino formativo specifico per loro. Guardando tutto il cammino percorso fino ad oggi, semplicemente possiamo acclamare con il salmista: Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha colmati di gioia!. (Salmo 126, 3) Si! perché non abbiamo nessun dubbio che la missione condivisa con i laici viene dallo Spirito Santo, e quando si tratta dello Spirito del Signore, mai sappiamo fino a dove ci porterà la sua santa azione nei cuori degli uomini, perché non sappiamo da dove viene né dove va.
Questa riflessione si svolge in tre parti. Nella prima parte si basa sul libro intitolato: Vida y Missiones compartidas, Laicos y religiosos hoy dell’autore José María Arnaiz[2], che alza la voce per dare una buona notizia: la novità di un rapporto tra religiosi e laici arriva con l'esperienza dei carismi, perché i carismi sono propri di tutti. L’Arnaiz tratta il tema della missione condivisa con profondità e ci dà una considerazione piena di uno sguardo di speranza.
Nella seconda parte si presenta la valutazione da parte dei laici del cammino fatto insieme.
Nella terza parte si cerca di scoprire le prospettive per il futuro della missione condivisa. Finalmente si espone una conclusione generale del tema.
Ecco i punti da sviluppare:
- L’importanza oggi della missione condivisa
- Livelli di missione condivisa
- La sfida della Nuova Evangelizzazione
- Coinvolgimento progressivo dei laici con le CFM
- Identificare ciò che è comune tra laici e religiosi.
- Identificare cosa c'è di diverso tra laico e religioso.
- Sintesi
- Il cammino percorso con i laici
- Frutti
- Sfide
- Suggerimenti
- Le prospettive di futuro
- Conclusione
Siamo fermamente convinte che tale impegno, perché sia veramente fruttuoso, perché riesca, cioè, a trasformare il mondo con il fermento del Vangelo, deve essere animato da una forte tensione alla fondamentale vocazione di ogni cristiano alla santità, sostenuto da una salda e convinta comunione ecclesiale.
Nel primo momento vogliamo dare uno sguardo sulla situazione della vita consacrata oggi. Non dobbiamo dimenticare che la forma attuale di Vita Consacrata – le sue strutture, l’organizzazione, i metodi di lavoro, lo stile di vita – non risponde adeguatamente alle necessità e alle sfide di una società che è cambiata e sta cambiando radicalmente. Questa società che è cambiata e sta cambiando viene descritta in molte maniere: pluralista, multiculturale, post-moderna, post-cristiana, globalizzata, plasmata dall’informazione moderna e dalle tecnologie di comunicazione, produttrice di nuove forme di povertà e di esclusione … Si tratta, insomma, di un cambio epocale, che suppone un cambiamento nel nostro modo di comprendere la persona umana e le sue relazioni con il mondo e con Dio, e ci porta a un nuovo paradigma.
La consacrazione fa di noi persone donate a Dio senza condizione e, più concretamente, ci fa “memoria viva del modo di essere e di operare di Gesù” obbediente, povero e casto, trasformandoci in segno e comunicatori dell’amore di Dio all’umanità.
Viviamo in un contesto storico, culturale e sociale in cui i consigli evangelici non sono apprezzati e neppure capiti; sono considerati inumani e colpevoli di costruire persone non veramente mature e non realizzate; cioè sono qualcosa di cui ci si deve liberare.
Per esempio, l’obbedienza sembra attentare ai diritti fondamentali della persona umana, alla libertà di decidere da sé stessi, di autodeterminarsi e di autorealizzarsi.
La castità è vista come privazione del bene del matrimonio: la rinuncia ad avere una persona con cui condividere i momenti belli e quelli brutti, gioie e tristezze, successi e fallimenti della vita; la rinuncia alla tenerezza, alla intimità di ogni giorno, a sapere che c’è una persona vicino a te.
La povertà è ancora meno apprezzata. In un mondo che ha fatto del benessere e dell’economia i supremi valori, la povertà è considerata come un male che bisogna sconfiggere, un male del quale bisogna liberarsi per essere completamente autonomi, senza dover dipendere da qualcuno; l’importante è avere per poter essere, non dover privarsi di qualcosa, cercare forme di vita borghesi e consumiste. Questo ci fa essere insensibili ai poveri e incapaci di servire i più bisognosi.
Oggi siamo chiamate ad essere lievito che fa fermentare la massa della stessa realtà della Vita Consacrata ed essere un dono e una presenza viva e profetica dello Spirito che vuole rinnovare la Chiesa.
Non bisogna guardare indietro ma avanti, e offrire alternative. Per poter formulare e propagare alternative, è necessario identificare i germi della vita che sta nascendo. Di più: Dio ha bisogno di mani per ricomporre il tessuto della realtà socioculturale attuale, e in questo compito la Vita Consacrata è stata decisiva nel passato ed è chiamata ad esserlo nel presente.
Dopo aver guardato insieme la realtà della nostra vita consacrata approfondiamo ora il nostro tema della missione condivisa con i laici. Possiamo dire che la vita religiosa oggi vede nella "missione condivisa" un segno dei tempi attuali, qualcosa su cui lavorare con determinazione e uno stimolo di rinnovamento per sé stessa. Non essendo un compito facile, né a livello teorico né pratico, è una sfida che dobbiamo affrontare con la massima responsabilità e impegno possibile.
L'obiettivo della missione condivisa è lavorare in comunione per rendere possibile la continuità delle nostre opere, in modo responsabile, professionale e rigoroso.
L'importante è non perdere comunque l'identità: né il laico né la religiosa deve rinunciare alla propria identità. Perché essa costituisce la ricchezza della Chiesa e la possibilità di essere il "corpo" del Signore, differenziato nelle sue membra, ma tutte necessarie e insostituibili perché vive.
Papa Francesco ha scritto: «La nuova evangelizzazione deve implicare un nuovo protagonismo di ciascuno dei battezzati»[6]. La nuova evangelizzazione non è possibile senza contare sui laici e senza favorire la comunione ecclesiale, di cui anch'essi fanno parte con le proprie responsabilità; una comunione che non è uniformità né omologazione, ma comunione fatta di diversità convergenti e arricchenti.
Oggi possiamo guardare alla nostra vita religiosa in due modi. Uno pessimista, nostalgia di un passato che non esiste più e che ci paralizza e un altro in modo speranzoso, costruendo per il futuro una nuova realtà in cui condividere con i laici il nostro carisma, la nostra spiritualità e la nostra missione.
È necessario camminare insieme per affrontare le sfide della missione nella Chiesa. Noi sorelle siamo chiamate ad ampliare gli spazi di comunione con i laici tra di noi. Jose Maria Arnaiz afferma:
«Se beviamo allo stesso pozzo, se mettiamo a rischio il nostro carisma, potremo irrigare il campo di missione con la stessa acqua. Se ci completiamo a vicenda, possiamo essere in grado di "sederci allo stesso tavolo e bere dallo stesso pozzo, per raggiungere un'autentica connessione con lo stesso sguardo, vita e missione. Un modo per stare uniti in cui nessuno scende e nessuno sale di grado ma diventiamo tutti compagni, segnati da un carisma e arricchiti dall'appartenenza ad una famiglia carismatica».[7]
Carissime sorelle capitolari, dobbiamo vedere questo modo di vivere e condividere la nostra vita e missione come un momento di grazia e di rinnovamento e come un segno dei tempi.
Se vogliamo preservare la vita, dobbiamo cambiarla. Se vogliamo fare questo passo, bisogna cambiare l'interrelazione e l'interazione tra noi e laici. O viviamo di più insieme e lavoriamo di più insieme, o moriamo separati. Non dubitiamo che se facciamo questo passo con generosità, porterà frutti e saranno abbondanti. Continua Arnaiz:
“Nella missione condivisa si tratta di scoprire ciò che sta morendo, interrogarlo, evocare ciò che sta nascendo e come alimentarlo e dargli consistenza. Devono prendere coscienza della nuova vita e vedere che la vecchia non funziona ... illuminare e approfondire è la realtà che ci lascia con perché e come irrisolti, con sospetti e domande. La sfida che ci attende non è altro che accettare che la missione appartiene ai laici e ai religiosi, e che perché questa sia una realtà dobbiamo scoprire ciò che è comune a entrambi e rafforzarlo; e ciò che è diverso, rendilo complementare. Compito ambizioso”[8].
Arnaiz fa un accenno molto interessante quando afferma:
“Non è che abbiamo bisogno dei laici perché siamo meno numerosi, ma si percepisce che nella Chiesa sta nascendo un nuovo ecosistema, dove tutto è in gioco per vivere la comunione per la missione. Da questa chiave di nuovi rapporti reciproci, raggiungiamo nuovi incontri che nascono non da ciò che ci separa ma da ciò che ci unisce. Quindi, le differenze tra religiosi e laici non sono motivo di separazione ma di complementarità».[9] «Sono i laici che sosterranno i religiosi nella trasformazione del mondo secondo il disegno di Dio. Una delle sfide decisive della Chiesa nell'attuale congiuntura storica è quella di essere attivamente presente nello spazio pubblico per irradiare speranza e portare consolazione e misericordia»[10]. «Bere dallo stesso pozzo è la grande sfida. Da quella fonte, da quell'acqua che beviamo, acqua che ci riempie di vita, una vita che porta novità, che è creativa e che dà qualità alla nostra esistenza evangelica»[11].
Ora, da queste premesse, possiamo chiederci quali nuove dimensioni sentiamo che i laici stanno apportando al nostro carisma? CFM-LAICO, dobbiamo chiederci cosa dovrebbe nascere in me perché possa nascere questa nuova relazione e questa nuova identità? Siamo di fronte a una grande rivoluzione sia per noi stesse che per i laici. È tempo di ascoltare i sussurri dello Spirito dentro di noi. Lui ci mostrerà la via.
Senza questa nuova relazione, la vita consacrata corre il rischio di essere solo una memoria incapace di entrare in nuove tappe della sua storia e di realizzare la vera nuova evangelizzazione. La reciprocità è il criterio di questa interazione[12].
In quel modo di vivere ci sediamo tutti intorno allo stesso tavolo, e quel tavolo è rotondo come il tavolo del Regno. Ma si deve riconoscere che tutti religiosi e laici sono desiderosi e in parte preparati ad assumere valori simili, avviare processi comuni, condividere obiettivi comuni e intraprendere missioni e ministeri condivisi. Esercitare in comunione è esercitare una nuova identità. Questa strada ci porterà lontano. Il nostro grande desiderio e la nostra grande sfida sono arrivare dove si costruisce l'autentica comunione, dove ci porta l'amore. Questo è l'obiettivo dell'incarnazione del Carisma.[13]
In questa sezione vedremo le tappe che la missione condivisa ha percorso nella Chiesa. All'inizio c'erano solo i fedeli laici. Poi nel III e IV secolo nascono i religiosi; essi si sono sentiti i detentori, - quasi in forma di monopolio, per così dire - del carisma, della santità e della missione. In una terza tappa i religiosi guardano alla Chiesa e scoprono in essa l'immensa forza dei laici e li prendono come necessari collaboratori. Nella quarta tappa si prende coscienza che l'identità dei laici è correlata con quella dei religiosi e viceversa. Nella quinta tappa, si comincia a guardare al futuro come un orizzonte comune, in cui sia il religioso sia il laico vivano lo stesso carisma se pure nelle loro diverse condizioni. Nella sesta tappa si arriva a concludere l'ideale è che la missione, sia dei laici che dei religiosi, è missione condivisa. Finalmente nella settima tappa delle vicende ecclesiali del XX e XXI secolo, emergono le grandi famiglie carismatiche ... Non c’è dubbio, dunque, che, a partire dall’ultimo concilio, l’attenzione ai laici sia diventata uno dei capitoli nuovi della riflessione ecclesiologica e che nella vita della chiesa la loro presenza e la loro azione abbiano scritto pagine nuove[14].
Il progressivo impoverimento in atto nel mondo, il diffondersi della cultura postmoderna e il riconoscimento delle culture emergenti, rapportati con il messaggio di Gesù e con la riflessione del Concilio Vaticano II, hanno indotto la Chiesa a fare una scelta pastorale di qualità: la Nuova Evangelizzazione. Essa è caratterizzata dall'annuncio di Gesù Cristo, dalla promozione umana e dall'inculturazione del Vangelo, nella prospettiva dell'opzione in favore dei poveri. Ciò obbliga la Chiesa stessa a un cammino di conversione perché‚ povertà e libertà diventino segni che rendano credibile il Vangelo delle beatitudini. Nello spirito della Nuova Evangelizzazione - che esige nuovo ardore, nuovi metodi e nuove espressioni - la Chiesa ha sperimentato in questi ultimi decenni un forte impegno sociale, grazie all'appello profetico di tanti cristiani.
La missione condivisa è passata nella storia attraverso livelli diversi. Vediamo insieme quali sono:
- la condivisione: I laici sono chiamati ad offrire servizi specifici. L'impegno reciproco è piccolo. È del passato
- la collaborazione: I laici sono chiamati a partecipare alla missione e agli impegni pastorali, ma l'istituto si riserva di disegnare la linea da seguire. È un passo, ma non l'obiettivo.
- la corresponsabilità: Ciascuno apporta le sue differenze e i suoi aspetti originali e quindi si completano a vicenda, i laici si assumono le responsabilità e i religiosi le condividono.
- la compagnia: Questa relazione nasce dall'appartenenza alla stessa comunità. Nascono e si sviluppano legami di amicizia, la missione condivisa è causa e conseguenza di un intreccio di affetti. Iscriversi alla stessa avventura apostolica e spirituale crea legami, amicizia, affetto, ci rende compagni di cammino. La missione condivisa porta alla vita condivisa[15].
«Il carisma sarà come il DNA, il sangue della famiglia che scorre nelle vene di tutti, sarà il ponte che unirà le sponde, la forza che ci porterà all'incontro e alla partenza in missione. È anche dinamismo per rilanciare la missione e porsi obiettivi alti»[16]. «Il carisma è il punto di riferimento. Lo spirito che si respirerà sarà di rispetto per l'originalità di ciascuno e anche di apertura ad una nuova comunione, frutto di una nuova identità e rispetto della diversità. La comunione si ottiene dalla diversità e non dall'uniformità. La grande sfida della Chiesa e della società è riuscire a vivere la comunione senza raggiungere l'uniformità, che finisce con l'originalità»[17].
- Identificare ciò che è comune tra laici e religiosi.
- La spinta di tutti a seguire Gesù e a riferirsi al Regno. È il grande tesoro e l'orizzonte comune a tutti.
- La modalità esistenziale cristiana. Tanto i religiosi quanto i laici contribuiscono alla Chiesa non solo per quello che fanno ma anche per quello che sono: credenti.
- Il dono carismatico ricevuto.
- La pari dignità con diritti e doveri. Tutti siamo stati chiamati alla fede, siamo stati unti dallo Spirito nel Battesimo e nella Cresima.
- La partecipazione insieme attivamente alla missione della Chiesa. La missione dei religiosi e dei laici è la stessa. La missione di stabilire il Regno è ciò che unisce[18].
L’Arnaiz rileva quanto di diverso esiste fra religiosi e laici:
Premesso che le differenze sono correlative: la bellezza del mosaico ecclesiale deriva dalla diversità e dall'originalità delle diverse pietre che lo compongono. Vediamo come si realizza questo mosaico.
- la Chiamata o vocazione, sia alla vita consacrata che alla vita laicale, sono reali in entrambi i casi ma sono chiamate diverse. Costituiamo due modi di essere la stessa cosa: cristiani.
- La specifica consacrazione impegna il religioso ad abbracciare i consigli evangelici per conformarsi a Cristo povero, vergine e obbediente. Questa consacrazione presuppone, naturalmente, la comune consacrazione battesimale e crismale del laico.
- La missione è comune ma i ministeri sono diversi.[19]
È un dato di fatto che non sempre si è verificata la giusta interazione tra vita consacrata e vita laicale. Spesso la vita consacrata è stata vista come una forma superiore, o più perfetta o più eccellente. Per questo è giusto e necessario rafforzare e approfondire ciò che è comune.
- La vita¸ una vita che renda possibile a tutti di chiamarci compagni, correre nella stessa corsa, verso lo stesso obiettivo ed essere motivati dallo stesso sogno.
- L’ inserimento nella realtà; avvicinarsi ai bisognosi. Siamo cittadini e come tali abbiamo un compito e una missione in strada, in piazza, in città.
- Il vivere la fede, la speranza e l'amore; è l'obiettivo. Soprattutto quando si fa all'interno della comunione ecclesiale.
- Il riferimento al Carisma; i religiosi non devono considerarsi depositari e monopolisti del carisma, ma nello stesso tempo devono sentirsi Cuore, memoria e garanti di esso. Spetta ai laici esprimere meglio le implicazioni che il carisma porta nella loro vita quotidiana.
- La chiamata alla santità; che ha diverse espressioni e realizzazioni a seconda che si incarni in un cristiano laico o religioso.[20]
f) Sintetizzando
Non può essere missione condivisa se non c'è vita condivisa. Ciò non si impara tutto in una volta, è un processo graduale e continuo. La vita e la missione condivisa nascono da una visione condivisa che, a sua volta, nasce dal comune carisma.[21] Tutto questo ci porterà ad una formazione condivisa.
Perché questa missione condivisa sia autentica e genuina, dobbiamo tenere a mente, in ogni momento, questi punti di forza:
- saper delegare;
- saper valorizzare ogni vocazione;
- sapere come completarsi a vicenda in azione.
Arnaiz ci dice che nelle opere religiose il campo dell'educazione non è solo per i religiosi, in quanto anche i laici sono sempre più integrati nella gestione. La scuola cattolica è un buon luogo perché un carisma diventi cultura e perché una cultura sia impregnata e segnata da un carisma. Il simbolo della missione condivisa è la tavola rotonda. Religiosi e laici dovremmo usare sempre le cinque tavole seguenti:
- il tavolo dell'Eucaristia. In essa Laici e religiosi condividiamo il perdono, la Parola, le suppliche, le offerte, le lodi, i ringraziamenti.
- il tavolo del cibo. Quella tavola va preparata con creatività e generosità. condividere il cibo crea unione e comunione
- il tavolo dello studio e della riflessione. intorno a quel tavolo impariamo e insegniamo, c'è la luce e con quella luce illuminiamo gli altri
- il tavolo da gioco. Favorisce l'amicizia, la comunicazione fluida, spontanea, divertente. Il gioco unisce e crea comunione.
- il tavolo della solidarietà. È la mensa attorno alla quale sediamo, laici e religiosi, e con i poveri ei bisognosi. con loro condividiamo ciò che abbiamo e in esso diventiamo amici dei poveri. [22]
«Le suore di Ybycui guidano 46.067 famiglie con 209.822 membri che recitano quotidianamente il Santo Rosario. La nostra Suor Teresa Stantić ha 2.600 aiutanti - guide, ognuna delle quali si prende cura di 100-200 famiglie. Si preoccupano di consigliare ai genitori delle famiglie di adempiere fedelmente i loro obblighi familiari e di battezzare i figli. Se i matrimoni non sono legittimi, si tenta che si sposino nella Chiesa. In questo modo tutta la famiglia si converte e si consacra a Maria. Quando arriva la Suora Catechista, si iscrive nuove famiglie nella Società del Santo Rosario Meditato. La città è molto buona e può accogliere l’insegnamento. Ecco le anime veramente sante. Possiamo citare i genitori delle nostre sorelle Rita Helman e Salud Helman. Ci aiutano così tanto che le suore stesse le ammirano. Per le città predicano e insegnano il Catechismo. Sta andando così bene, senza malizia o invidia, che è ammirevole vedere quanto un laico può fare per la gloria di Dio»[23].
- Il Cammino percorso con i laici
Stiamo facendo progressi! ma dobbiamo iniziare a correre e non solo a camminare. Nella risposta alla valutazione, le sorelle hanno detto che: il laico c’´e ed ha il suo posto; è preoccupazione dei laici e delle suore la promozione di spazi di formazione congiunta; la vocazione laicale e la vocazione religiosa sono valorizzate e rispettate; sentiamo il bisogno di formare comunità aperte ai laici.
Anche ai laici abbiamo proposto un questionario sul cammino percorso insieme. Ecco la loro risposta che crediamo molto importante e interessante. Possiamo ascoltarla in questa assemblea capitolare, perché questo tempo è propriamente un momento di grazia.
In totale 77 laici hanno risposto alle domande.
Argentina: 10
Italia: 1
Paraguay: 21
Peru: 6
Repubblica Democratica del Congo: 2
Queste le domande:
- Il cammino percorso insieme, formazione e azione CFM – Laici, che benefici ha prodotto: a livello personale: a livello di comunità/gruppo e a livello di società, Chiesa locale?
- Gli incontri internazionali hanno rafforzato la nostra identità familiare CFM in tutto il mondo. Puoi nominare alcuni risultati positivi visibili? Roma, Paraguay e Cuba.
- Quali sfide, “grida” ci interpellano e quali passi dovrebbero fare insieme Laici e CFM nell’estensione del Regno?
- Suggerimenti per continuare il percorso di missione condivisa Laici– CFM.
- I frutti
- lo studio approfondito della vita della Beata Maria e della spiritualità delle Figlie della Misericordia e applicazione di essa nella vita quotidiana. (25)
- Il cammino comune di formazione delle attività delle Figlie della Misericordia e di noi laici ha portato a un meraviglioso clima di comunione e di "famiglia", impegnandosi nelle attività parrocchiali dove è necessario con particolare gioia e felicità, pregando gli uni per gli altri nelle diverse necessità e intenzioni (10)
- Indubbiamente il cammino percorso ha rafforzato la mia identità cristiana
- Ho modificato il modo di risolvere i conflitti, ascoltare, riflettere, mettermi nei panni dell'altro.
- La crescita spirituale, cambiamento di comportamento.
- Il riconoscimento reciproco della vocazione a vivere lo stesso carisma (7)
- Preparazione del percorso formativo insieme (10)
- Incontri a livello locale, nazionale e internazionale (5)
- Legami tra suore e laici di diversi paesi.
- Programma radiofonico su Facebook "Seguo le tue orme, Signore".
- Partecipazione attiva dei laici nei momenti forti della Congregazione. (Centenario)
- Organizzazione e svolgimento ottimo di eventi in comune (Simposio, (Paraguay)Missione Internazionale – (Cuba)
- Ha rafforzato il senso di appartenenza alla comunità (20)
- Lo stimolo reciproco dei membri della comunità nella crescita della fede e nella spiritualità
- La crescita in comunione con la Congregazione delle Figlie della Misericordia,
- L’approfondimento della relazione con il Signore,
- La gioia dell'amicizia e dell'incontro, specialmente nella celebrazione dell'Eucaristia.
- La consapevolezza che la comunità contribuisce alla mia crescita personale nella fede,
- La realizzazione dei Ritiri spirituali. (5)
- La gioia di vedere crescere e maturare la nostra piccola comunità missionaria attraverso la lettura e la riflessione dei libretti, mi riempie di fiducia nella nostra missione.
- Sviluppo del senso di appartenenza, vicinanza, empatia.
- Sono pieno di fiducia sapendo che non sono solo sul cammino della missione
- Abbiamo imparato a pregare l'Ufficio divino, e la pratica della Lectio Divina (4)
- Gli incontri ci avvicinano e incoraggiano ad una gioiosa vita di fede.
- Come comunità siamo riconosciuti in parrocchia.
- Diffondiamo la conoscenza della Beata Madre tra le persone all'esterno della parrocchia.
- Collaboriamo con altri gruppi della parrocchia e lavoriamo insieme a livello parrocchiale (ritiri spirituali, partecipazione nelle varie attività umanitaria)
- La presenza delle Suore delle Figlie della Misericordia e dei loro laici associati è particolarmente visibile nel sostenere i bisognosi attraverso la Fondazione Beata Marija Petković.
- Condividere esperienze con altri paesi in diverse missioni che vengono svolte. (Cuba)
- Attraverso il cambio di culture e di esperienze con persone di altri paesi, abbiamo potuto approfondire l'importanza del nostro ruolo nella comunità. (Roma)
- Siamo una parte significativa delle attività della chiesa.
- Con l'aiuto delle sorelle, progettiamo di formare un'équipe pastorale con maggiore presenza e accompagnamento al personale.
- Portare il nostro aiuto come opere di misericordia ai fratelli bisognosi (oggetti non deperibili, medicinali, vestiti, giocattoli)
- Conoscere come si vive la fede in una cultura diversa
- Multiculturalità, incontro con l'altro e lo sguardo comune dal nostro carisma.
- Crescita nella conoscenza degli insegnamenti del Magistero della Chiesa.
- La preghiera del santo Rosario via Zoom una volta al mese con il gruppo Missionari della misericordia a livello nazionale.
- La possibilità dei laici di lavorare sul materiale formativo è un dono dello Spirito,
- Ho potuto vedere più chiaramente il valore delle funzioni laicali insieme all'accompagnamento dei religiosi, che ci arricchiscono e ci completano a vicenda per raggiungere l'adempimento delle nostre funzioni nel progetto di Dio. (Simposio, Paraguay)
- La comunicazione è stata rafforzata tra i diversi gruppi di laici e religiosi della Congregazione a livello locale, nazionale e internazionale. (Simposio, Paraguay)
- le Sfide:
- La grande sfida che affrontiamo come cristiani e missionari è quella di raggiungere tanti fratelli assetati e affamati di Dio senza saperlo e che vivono confusi dalla società, percorrendo strade sbagliate. Una delle grandi sfide dei laici è prendere coscienza delle opere di misericordia nel loro apostolato (20)
- Rafforzare l'appartenenza (3)
- Ricuperare la comunità, la comunione, la famiglia, specialmente dopo la pandemia (2)
- Portare il carisma della Misericordia, e restituire agli uomini l'anima di essere figli di Dio. Ripercorri gli inizi delle prime comunità cristiane.
- essere più presenti nelle nostre comunità più partecipati, ascoltare di più per rinnovare le strutture pastorali delle nostre comunità parrocchiali missione permanente.
- I missionari laici devono essere pienamente coinvolti all'interno della chiesa, non solo essere membri di un movimento chiuso ed egoista, piuttosto coinvolta e appassionata nel suo lavoro per l'estensione del Regno. (5)
- Mostrare ciò che siamo con azioni di amore e misericordia. (6)
- Seguire i principi e le raccomandazioni in famiglia, comunità, parrocchia, quartiere, ambiente di lavoro
- Investire nella formazione dei laici per il potenziamento della missione (3)
- Quante più preghiere personali e comunitarie possibili per perfezionarsi nell'amore, con l'aiuto dello Spirito Santo, e trasmetterla agli altri nei luoghi dove Dio ci manda.
- Testimoniare nella vita la misericordia e la bontà di Dio Padre, prestare attenzione ai segni e alle esigenze dei tempi. (11)
- L'adozione dello Statuto dei Missionarie della Misericordia come forma giuridica fondamentale di azione per avere un quadro in cui agire in comunione con le Figlie della Misericordia e nella Chiesa locale ed essere riconosciuti nella Chiesa, (12)
- la società odierna, dove tutto ciò che non è morale, necessitasse di più asili nido, scuole e case per gli studenti che fossero gestiti dalle nostre suore con l'aiuto di laici.
- Promuovere il più vero possibile i veri valori cristiani che si oppongono ai valori odierni imposti dalla società "moderna". (3)
- Prendersi cura degli anziani e dei malati, degli abbandonati, degli indifesi, dei rifiutati, dei perduti di oggi. (5)
- le sorelle sono riluttanti a condividere il lavoro, facilitando spazi forse molto propri, ma la realtà mostra altre sfide. I Laici dovrebbero avere una partecipazione più ampia, per esempio, partecipare attivamente anche ai Capitoli. Accedere a un governo nelle materie più diverse, secondo le esigenze di ogni Provincia, regione o istituzione della Congregazione.
- vedere la possibilità di consacrare laici e laiche dipendenti dalla Congregazione delle Figlie della Misericordia. (3)
- migliorare la convivenza tra laici e CFM come unica famiglia spirituale.
- In ogni luogo dove operano le suore della Congregazione Figlie della Misericordia si stabiliscano Missionari della Misericordia, affinché il maggior numero possibile di laici partecipi attivamente alla vita della Chiesa, per conoscere la Beata e il suo carisma. (2)
- Aprirsi alla Parola di Dio, pregando l'intercessione della nostra Madre celeste e della nostra Beata per credere che insieme possiamo aiutare la comunità e la società e agire dove siamo necessari.
- Impegno nel lavoro a favore dei poveri (in alcuni paesi il 5% del reddito va ai poveri, la spesa viene lasciata nei negozi per i più bisognosi). Maggiore sensibilità ecologica.
- Nel vostro progetto, noi vi chiediamo di farci uno statuto al quale ci aiuta a camminare insieme ben le realtà di ogni angolo (paese) cosi ognuno possa cercare ad adattarsi secondo le realtà del posto. Purché la nostra missione vada avanti bisogna a pregare tanto e bisogna avere anche i mezzi. Poiché l’evangelizzazione va attualizzando con le opere. (Congo)
- In questo luogo dove siamo per la missione noi vorremmo essere attori, responsabili per comprendere la realtà e bisogni del popolo di Dio che sta intorno a noi prediletti. La chiesa sta confrontando molte realtà per ciò noi come laici della grande CFM dobbiamo essere in comunione con le suore per studiare quale attività, opere o apostolato fare per espandere il regno di Dio (Congo)
c) Suggerimenti
- Che i simposi non siano di così lunga durata e che sia in ogni città per non viaggiare così lontano. I Simposi siano uno spazio per partecipare un numero maggiore di persone.
- Continuare ad integrare i laici impegnati nel carisma della Madre Fondatrice, per essere compagni di cammino delle consacrate nel loro cammino. Che si mantenga la formazione, conoscendo l'esperienza dei laici e dei consacrati, nei diversi ambiti e tenendo così unita la famiglia internazionale, con l'unico obiettivo di infiammare il mondo di misericordia. (3)
- Più spesso incontri multiculturali, altre esperienze arricchiscono le nostre, siamo tutti parte della stessa unità ma abbiamo elementi da condividere.
- Comunicare a tutti degli eventi svolto con mezzi diversi odierne.
- Creazione di video con le esperienze dei membri, per caricarli sui social network della comunità, che in questo modo possiamo fare missione e condividere utilizzando le nuove tecnologie.
- Preparare pellegrinaggi nei diversi luoghi in cui si trova la Congregazione, potrebbero essere a livello locale o potrebbe anche essere la possibilità di fare visite o incontri all'estero.
- Realizzare incontri e attività virtuali con i diversi gruppi in cui si trova la Congregazione.
- Due volte l'anno, un momento di incontro virtuale con piccoli gruppi di paesi diversi, condividendo gli opuscoli o altro tema di formazione (laici e C.F.M)
- Suggerisco che uno dell’incontro internazionale si tenga a Blato.
- Penso che due Missionari della Misericordia di ogni gruppo o città dovrebbero partecipare a ogni incontro internazionale, dovremmo raccogliere fondi per questo dalla quota associativa mensile. (Croazia)
- Preparazione di materiali didattici per gli studenti (libri adeguati al livello di ogni ciclo) delle scuole delle Figlie della Misericordia a livello nazionale, con l'obiettivo che i bambini apprendano gradualmente la vita, le opere e la spiritualità di Madre Maria Petković´ e di San Francesco
- Credo che i testi della Beata Maria di Gesù Crocifisso dovrebbero essere tradotti ancora di più, in modo che il suo pensiero e la sua esperienza della vicinanza di Dio siano più accessibili alle sorelle di lingua spagnola e italiana.
- Per quanto riguarda il mio paese, suggerirei che le sorelle ricevono un corso "Come sviluppare il carisma" perché non c'è affinità con i laici e con la comunità in cui vivono. Per camminare insieme nella missione condivisa.
- Invitare alle sorelle che hanno paura o si sentono gelose ad aprirsi alla missione condivisa con i laici, ad approfondire che il carisma appartiene alla Chiesa e la Chiesa siamo tutti noi.
- Congressi internazionali ogni due anni in cui i missionari laici della Misericordia possono scambiare le esperienze e le difficoltà di ogni comunità e così rafforzare e arricchire il carisma, arricchendo e rafforzando così la Congregazione.
- Esercizi spirituali e ritiri spirituali annuali obbligatori come ristoro spirituale e segnale di azione.
- Incoraggiare i genitori a impegnarsi maggiormente nella catechesi parrocchiale affinché i figli crescano nella fede e nella preghiera.
Faccendo un'analisi delle risposte dei laici possiamo affermare e arrivare a certe conclusioni in modo sintetico esponiamo:
- L’incontro reale con i laici nel campo della missione e della vita, dell’azione e della spiritualità si trasformerà in cammino e processo di rivitalizzazione per le Figlie della Misericordia.
- Ci rincontriamo con loro nei nostri carismi, che per Noi CFM e per i laici sono la fonte comune di acqua viva con la quale innaffiamo il campo della missione e della spiritualità condivisa.
- la collaborazione, la partecipazione e l'appartenenza, sono parole chiave di questa Missione condivisa
- Il Carisma nella sua duplice dimensione di missione, di vita/spiritualità certamente, ciò che si condivide.
- La vicinanza ai laici, l’unione senza confusione può fare molto bene allo sforzo di rivitalizzazione tanto per i laici che per noi CFM.
- Il carisma della misericordia è attuale, di più con questa terribile pandemia.
- La formazione dei laici è un elemento fondamentale per avere dei laici coinvolti in maggior numero nelle nostre opere e missione.
- l'unità e l'appartenenza c'è un desiderio di cercare l'unità nella diversità, di arrivare alle convergenze, di camminare insieme.
- Tra i nostri collaboratori c'è chi sente fortemente queste aspirazioni e chiede di essere più strettamente collegato a noi nella condivisione della missione.
- in alcuni laici è vivo il desiderio di sentirsi parte della nostra Famiglia, ma provano difficoltà per tensioni provenienti da diversi modi di pensare, di gestire la loro vita e di darne un significato ultimo.
- la missione condivisa richiede un nuovo atteggiamento da parte di noi e dei laici, e non sempre si è preparati a fare bene questo passo. (La paura e incertezza nella collaborazione con i laici sfiducia)
- L’integrazione missionaria e carismatica dei laici con Noi è un dono dello Spirito.
- I frutti stanno arrivando e arriveranno e daranno alle Figlie della Misericordia e al popolo di Dio una speciale fecondità. L’unione fa la forza e aumenta il dinamismo.
3. Prospettiva di futuro:
- PROSEGUIRE un cammino formativo CFM i LAICI. Approfondire la nostra rispettiva identità carismatica e di ricreare quella spiritualità con una forte esperienza di Dio e servizio fraterno, e soprattutto ai più poveri
- LAVORARE su di noi stesse per essere aperte a condividere con i laici, carisma, preghiera e missione. Coltivare una spiritualità del cambiamento.
- SAPER morire per vivere, chiede di muoversi, staccarsi, remare al largo e andare all'altra sponda.
- ASCOLTARE le grida degli uomini del nostro tempo. Cura degli anziani e dei malati, degli abbandonati, degli indifesi, dei rifiutati, degli ultimi di oggi (opere di Misericordia corporale e spirituale)
- CONTINUARE ad integrare i laici impegnati nel carisma delle Figlie della Misericordia, per essere compagni di cammino.
- ORGANIZZARE incontri internazionali, per scambiare le esperienze e le difficoltà e così rafforzare e arricchire il senso di famiglia.
- COSTITUIRE Misionari della Misericordia dove operano le suore della Congregazione Figlie della Misericordia.
- APPROVARE ad experimentum lo Statuto per i Missionari della Misericordia.
Conclusione
Per concludere questa presentazione possiamo dire che dobbiamo saper come vivere e trasmettere il nostro carisma, in una parola "testimoniare i valori della nostra spiritualità, affinché diventino sempre più visibili e attraenti per chi ci osserva, avere il desiderio di condividerli e aderire a un determinato progetto o impegnarsi attivamente nella testimonianza di questi stessi valori.
Un carisma, che abbiamo ricevuto non possiamo solo custodirlo per noi stessi, perché è un dono, e non un dono che si esaurisce nel tempo. È un dono dello Spirito Santo dato a Maria Petković per abbellire insieme ad altri carismi, nati dallo stesso Spirito, il volto della Chiesa. In questo tempo segnato da tanti segni positivi e negativi, sentiamo che è giunto il momento di poter sedere allo stesso tavolo, laici e sorelle, di bere dallo stesso pozzo e di essere portatori della misericordia del Padre sulle periferie del mondo, arricchita dai doni di una famiglia carismatica, la famiglia di Maria Petković. Ascoltare Dio nel clamore dei migranti, degli indignati, delle donne, dei poveri, dei carcerati, degli ammalati, degli anziani e dei giovani. L’ascolto ci deve portare a rispondere con creatività alle nuove forme di disumanizzazione e di povertà, e a dare un contributo come Figlie della Misericordia per la difesa della vita minacciata in tutto i sensi. Questo ci incoraggia a dire, e ancor di più a realizzare, ciò che suggerisce la voce dello Spirito, che geme e grida in noi e nella realtà sofferente della nostra storia e della nostra situazione attuale di cui, nel mondo intero, varie migliaia di milioni di esseri umani sono protagonisti. Così faremo realtà la frase celebre della nostra Madre Fondatrice, di preparare il nostro cielo con le opere di misericordia.
Stiamo dando dei passi per andare avanti per la conformazione della Famiglia Carismatica, questa è la nostra meta. Anche se la nostra famiglia Religiosa è piccola, però, come dice Maria Petkovic, ha il suo fiore particolare. Lo Spirito Santo ci porterà dove noi non ci immaginiamo, se siamo docili oggi alle sue ispirazioni. Maria Petkovic ci incoraggia: “Per questo in ogni momento dovete invocare lo Spirito Santo, e con Lui si faranno grandi cose. Invocatelo per chiedere la sua luce per vedere e capire”.[24] Si tratta di passare la fiamma chiamata Carisma alle generazioni future, una fiamma che non ci appartiene e che a nostra volta abbiamo ricevuto in dono.
Grazie!
Documenti del Concilio Vaticano II, EDB, Bologna 1968.
- , Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, LEV, Città del Vaticano 2013.
Petković Madre Maria di Gesù Crocifisso, Discorso, Zagabria, 22.XI.1959
Petković Maria di Gesù Crocifisso, Esortazione, 16 aprile 1950.
Arnaiz J. M., Vida y misión compartida. Laicos y religiosos hoy, Editorial PPC, Santiago 2014.
Domande per la condivisione
Valutazioni delle Decisioni/Linee di azione/Suggerimenti
XV Capitolo Generale Ordinario
- Laici
Linee di azione:
- Avviare i progetti e le linee formative sull’identità carismatica proposte dal governo generale/settore/area formativa e laicale.
- Approvare ad experimentum lo statuto per la condivisione del carisma con i laici, affinché essi possano vivere il carisma delle Figlie della Misericordia, secondo il loro stato di vita anche mediante vincoli o promesse.
Domande per la condivisione nei gruppi:
- Ti è facile precisare gli elementi di conversione personale che il Signore ti chiede in questo momento per una migliore missione condivisa? Cosa suggeriresti per un rinnovamento congregazionale?
- La missione condivisa è stata all'altezza dei nostri tempi? Siamo andati dove dovevamo andare? abbiamo ascoltato le voci del nostro mondo? questa missione e questa vita si sentono interpellate dalle grandi proposte che si fanno in questi giorni alla nostra vita di fede?
- A quale sfida dobbiamo puntare perché la missione condivisa sia più forte, autentica e dinamica, per essere compagni di cammino con i laici? Qual è il profilo di vita e missione condivisa che vogliamo?
[1] Maria di Gesù Crocifisso Petković, Capitolo, 1.01.1946.
[2] J. M. Arnaiz, Vida y misión compartida. Laicos y religiosos hoy, Editorial PPC, Santiago 2014.
[3] Lumen Gentium, 33.
[4] Apostolicam Actuositatem, 2.
[5] Ibidem, 4.
[6] Evangelii Gaudium, 120.
[7] J. M. Arnaiz, Vida y misión compartida, cit., p. 7.
[8] Ibidem, p. 14.
[9] Ibidem, p. 22.
[10] J. M. Arnaiz, Vida y misión compartida, cit., p. 25.
[11] Ibidem, p. 31.
[12] Ibidem, p. 34.
[13] Ibidem, p. 35.
[14] Ibidem, pp. 54-57.
[15] J. M. Arnaiz, Vida y misión compartida, cit., pp. 88- 89.
[16] Ibidem, p. 40.
[17] Ibidem, p. 59.
[18] J. M. Arnaiz, Vida y misión compartida, cit., pp. 60-61
[19] Ibidem, pp. 63-64.
[20] J. M. Arnaiz, Vida y misión compartida, cit., p. 66.
[21] Ibidem, p. 134.
[22] Ibidem, pp. 111- 112.
[23] Petković Madre Maria di Gesù Crocifisso, Discorso, Zagabria, 22.XI.1959.
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